La tradizione cara a Papa Francesco è che si mettano sotto questa statua di Giuseppe dormiente dei foglietti con le preoccupazioni che si hanno perché sia lui a prendersene cura, in particolare modo quando a noi sembrano impossibili. Io ho la mia statuetta in casa. E ne ho comprata una per la chiesa. E tu?
Nel Vangelo si dice che Giuseppe era un sognatore. Uno che aveva gli occhi bene aperti sulla realtà, ma che sapeva trascenderla non fermandosi alle apparenze. Forse è questa la sua forza e può diventare anche la nostra forza: non fermarci al male che vediamo, ma saperlo abbracciare senza preoccuparci. In effetti, una cosa che spesso noi non riusciamo a fare è proprio quella di smettere di stare in tensione. Dobbiamo dare un esame, stress a mille fino a che non è finito. Dobbiamo fare dei controlli medici, la paura ci prende e non ci abbandona come se tutto dovesse finire domani.
Giuseppe ebbe solo per un istante il dubbio che tutto con Maria fosse finito: “è incinta di un altro uomo!”.
Ma dopo questo iniziale tentennamento si è ripreso e ha detto: sia fatta la tua volontà!
Impariamo a dire più spesso: sia fatta la tua volontà. Sempre! Dio non ci abbandona perchè Lui è amore e fedeltà.
ORARIO DELLE CELEBRAZIONI
ore 08.30 lodi (nella chiesa di San Giuseppe)
ore 12.00 eucarestia nella solennità di San Giuseppe e funerale di Giulia Usai
ore 18.30 liturgia penitenziale e apertura delle Quarantore
LA PREGHIERA DI UN PAPA’
Com’è difficile la preghiera dei padri.
È rara, povera, appena accennata.
Ai padri spesso basta lo sguardo in alto,
un sospiro trattenuto, una ruga accentuata.
Ma anche i padri pregano, chiedono, attendono,
e la mia preghiera è soprattutto per altri:
per i figli, innanzi tutto, per i cari di casa,
per la propria donna che non è solo madre.
Per far prima a dire cosa chiede un padre, Signore,
mi affianco a Giuseppe e prendo le misure.
Come lui, anche io padre vorrei imparare
a riconoscere le labili tracce degli angeli;
a credere alla Parola portata dall’annuncio;
a serbarla stretta, per solo obbedire.
Come Giuseppe,
mi basti l’amore sponsale
per credere al mistero della vita
affidata ad una carne debole e alla fatica delle mani,
mi basti a resistere alle minacce di Erode,
a custodire la vita, nel silenzio operoso.
Signore, anche i padri conoscono la desolazione,
come Giuseppe, quando pensò di rimandare Maria,
e sopportò come roccia, perché si fidò di lei
e tu visitasti il suo sonno a portargli conforto.
Dammi la fede di Giuseppe, Signore,
e visita anche i miei sonni agitati.
Anche a me porta il coraggio per non temere la vita,
ma per accogliere ogni cosa che viene da Te.
San Giuseppe, sii tu benedetto, stammi vicino
E, con te, vicini mi siano
la vergine madre e il figlio dell’Altissimo. AMEN