La quaresima che si apre davanti a noi, costituisce un tempo salutare di riflessione, analisi, verifica e riequilibrio della nostra vita.Entriamo in questo tempo con coraggio e determinazione lasciando da parte ogni forma di volontarismo moraleggiante e riconoscendo in noi stessi il bisogno di una salutare verifica delle fondamentali coordinate della nostra vita.La pagina evangelica che ci introduce in questo tempo “tempo forte” non vuole invitarci a moltiplicare devozioni, “fioretti” o sacrifici, ma vuole aiutarci a rivedere i nostri equilibri precari che, inavvertitamente, si trasformano in pericolosi compromessiche tacitano la coscienza e rafforzano la falsa religiosità.
La conversione a cui siamo chiamati è un forte invito ad avviare un processo di rinnovamento prima di tutto nella nostra mentalità.
Cuore e mente sono gli spazi dove l’azione dello Spirito può agire e cambiare radicalmente la nostra religiosità per respirare la forza liberatrice del vangelo in tutta la sua ricchezza.
L’itinerario quaresimale vuole, appunto,portarci ad una maggiore familiarità col Vangelo attraverso una approfondita lettura e ascolto. La conversione autentica fa leva sulla fiducia, al fine di rivedere il modo di intendere la fede, Dio, Gesù, la Chiesa, le relazioni.
Nella nostra vita di fede passiamo ore e ore ad ascoltare la Parola di Dio, a celebrare i santi misteri, a meditare sui sentieri di Dio e a parlarne. Eppure siamo esposti più che mai a un rischio cruciale: il rischio di non voler capire, di non voler comprendere in profondità, a rimaner in superfice e di fatto non capire e accogliere gli insegnamenti di Gesù. Scrive Origene, a questo riguardo: “È come se Gesù dicesse: ‘Da tanto tempo siete con me e non comprendete ancora l’intenzione delle mie parole?’”.
Gesù è netto su questa non comprensione, anche spazientito, e non per pessimismo o sfiducia, ma perché desidera fare chiarezza, perché vuole svegliarci, non tace, perché si farebbe complice dell’ottundimento della sua comunità, ma ammonisce, rimprovera, corregge per risvegliarla, perché i suoi discepoli si interroghino sul senso di ciò che fanno o non fanno, dicono o non dicono. Gesù usa toni chiari e accesi perché non sopporta che ci si lasci andare a una piattezza che spegne l’intelligenza e fa emergeredalla nebbia solo le preoccupazioni secondarie (le tradizioni, le consuetudini, le osservanze!), in un grigiore che avvolge la realtà e la rende insignificante agli occhi del mondo.
La durezza di cuore, secondo la Bibbia è alla radice di ogni peccato, perché ci priva, appunto,della possibilità di capire con l’intelligenza e di comprendere col cuore.
Il tempo quaresimale ci invita proprio a questo: vuole ridestare la mente e il cuore per un rinnovamento in Parrocchia che sappia osare possibilità e incontri rinnovati in una continua ricerca di dialogo con tutti.A questo riguardo, dobbiamo riconoscere, con estrema sincerità, che l’ambito bisognoso di rinnovamento è il nostro modo di intendere la vita parrocchiale in tutte quelle dinamiche di collaborazione, dove molto spesso, ogni servizio in parrocchia, viene autogestito, seppur inconsapevolmente, come autoaffermazione personale o di gruppo, espressione di un sentire troppo umano che persegue criteri soggettivi e non nello spirito della comunione e condivisione della fede.Questo modo di intendere la nostra appartenenza e collaborazione ecclesiale, restringe sempre più i nostri orizzonti, disumanizza le profonde esigenze della nostra vita e ingenera meccanismi di contrapposizione fra gruppi, alimentando quella falsa spiritualità che giudica ed esclude a partire dal nostro piccolo mondo.
Se ci soffermiamo con attenzione sulle parole di Gesù, vediamo come proprio contro gli uomini religiosi sono rivolte le sue dure parole. Una falsa religiosità, infatti, è causa di sofferenza per se stessi e per i fratelli. Questa visione ci porta, di conseguenza, a cercareimpurità, nemici o fantasmi fuori di noi, giudicando e combattendo gli altri, incapaci di conoscere e combattere i mostri che abbiamo dentro, magari “mascherati da angeli di luce” (cf. 2Cor 11,14). E perché? Perché non capiamo, non vogliamo capire, non vogliamo metterci a lavorare sul nostro cuore, intenerirlo. La Quaresima sarà, quindi, per noi non tanto un tempo di pace e serenità superficiale, ma tempo di guerra e di lotta contro i nostri nemici e in particolare contro il nostro grande nemico: il mio io, o meglio il mio falso io che soffoca il mio Io più vero creato, animato e continuamente rinnovato dalla potenza dello Spirito Santo.
Paolo, nella sua lettera, afferma in modo chiaro e fulminante: “La realtà è Cristo” (2,17), anzi, alla lettera, “il corpo è quello di Cristo”. Il corpo della nostra comunità, è corpo di Cristo. È con questa rinnovata comprensione che si può respirare largo e vivere cercando insieme l’unica purità e verità, quella di una vita umana degna di questo nome, in cui il cuore e la mente sianoilluminati dal Vangelo, cioè dalla vita di Gesù.
Questi pensieri, che condivido con voi, maturati in un provvidenziale contesto di ritiro e programmazione pastorale, possano risuonare nel vostro cuore non come dure parole di giudizio, ma come invito a saper cogliere in questa quaresima l’opportunità di una nuova stagione della vita nello Spirito, che ci consenta di lodare e benedire Dio attraverso la Pasqua di Gesù, per la rinnovata scoperta della sua vera immagine nella condivisione della fede nella nostra umanità.
don Alessandro