“Vi ho chiamati amici”: la gioia di gustare e trasmettere l’amicizia con Gesù. Testimonianza

Nei giorni della festa della Madonna del Rimedio, sono stati ospiti in Parrocchia, tre ragazzi e una ragazza, per una proposta agli adolescenti della nostra Comunità di Marrubiu e Sant’Anna: Luca, 25 anni, Roberto, Federico e Martina di 20 anni, tutti giovani universitari con delle belle storie personali che hanno catturato l’attenzione dei nostri ragazzi e ragazze. Il tema presentato, attraverso momenti di riflessione e vari laboratori, è stata l’cona evangelica del Vangelo di Giovanni, Vi ho chiamati amici.
L’adesione alla proposta è stata parziale anche se certamente efficace nel cuore di chi si è lasciato raggiungere dalla misteriosa luce dello Spirito, che trova nei giovani, strumenti privilegiati per comunicare la gioia del Vangelo.

La testimonianza che segue, manifesta la ricchezza e la bellezza di chi fa esperienza di una fede che potenzia e arricchisce la nostra umanità. Grazie ai ragazzi! Vi auguriamo di gustare la gioia dell’amicizia con Gesù!

don Alessandro

Venire a Marrubiu è sempre una gioia! Dopo aver visitato la parrocchia a giugno per concludere la serie di lectio divinae durante l’adorazione del giovedì, don Alessandro mi chiesto di tornare con una piccola équipe di giovani credenti di mia conoscenza per organizzare un fine settimana con i ragazzi della parrocchia.

Da questo invito è nata la proposta che si è svolta il fine settimana della festa parrocchiale dal 6 all’8 Settembre. Ho avuto il piacere di conoscere don Alessandro a Lisbona in occasione della giornata mondiale della gioventù. Lì, gli dissi che avrei fatto di tutto per vedere i ragazzi di ogni parrocchia conoscere Gesù e imparare a pregare. Questo, infatti, è stato proprio lo spirito con cui abbiamo pensato e pregato per una proposta pastorale che coinvolgesse i giovani di Marrubiu alla scoperta di una fede personale, nata dall’incontro con Cristo non dalla consuetudine, dall’obbligo, o dalle tendenze dei vari gruppi di amici che sembrano allontanarsi o avvicinarsi alla vita parrochiale tutti insieme.

Da questo desiderio di introdurre i ragazzi ad una relazione personale con Cristo, ho pensato di invitare un gruppo di tre amici ventenni che abitano a Roma e frequentano l’oratorio di una parrocchia dove ora servono anche come catechisti: Martina, Roberto e Federico. Una fede personale può essere vissuta solo nell’intimità di un’amicizia con Gesù, che nella sua abbondante grazia ci insegna anche a vivere amicie profonde con i nostri fratelli e sorelle nella fede. Per questo motivo, la scelta di far venire questi tre ragazzi che con le loro vite, le loro storie, le loro personalità sono una testimonianza vera di quella grazia di un Dio che ci ha chiamato amici e ci insegna un nuovo modo di vivere in fraternità (John 15:15).  

Allora ecco che l’evangelizzazione non è un progetto di convincimento, ma una condivisione gioiosa e naturale di chi siamo in Cristo: figli e figlie amati da Dio Padre, in comunione e amiciza con Dio il Figlio, e resi saldi nell’amore di Cristo per opera di Dio lo Spirito Santo che opera dentro i nostri cuori. Questi, infatti, sono stati i tre temi di cui abbiamo parlato con i ragazzi nelle rispettive giornate della proposta.

È vero, siamo rimasti spesso disorientati dalla volatilità dei programmi. La proposta inizialmente era stata pensata per un gruppo di ragazzi più grandi, ma poi si è anche riveta efficacie per i ragazzi più giovani (anche se i programmi cambiano alla giornata secondo le necessità dei ragazzi). Nonostante tutto, ogni momento vissuto con i ragazzi è stato un momento di grazia. Martina al riguardo dice: “Quei giorni a Marrubiu sono stati veramente una grande gioia. Poter incontrare ragazzi così giovani ma che sanno essere puri e sinceri, vederli sperimentare forse per la prima volta l’amore di Dio, e vedere i loro cuori infuocarsi quando scoprono di essere chiamati Figli è un dono grandissimo.” Forse, proprio questo è il segreto della missione cristiana: lasciarsi guidare dallo Spirito Santo che porta sempre le persone giuste nei posti giusti per trovare cuori pronti a ricevere il grande amore di Dio.

La scelta di svolgere questa proposta durante una festa parrocchiale è un segno forte che conferma la volontà di don Alessandro di rendere la chiesa di Marrubiu non solo una chiesa di giovani, ma una chiesa per i giovani. Non serve a nulla una chiesa piena di giovani solo per fare presenza, se poi non fanno esperienza dell’amore di Dio Padre e di quella fraternità e amicizia reciproca nell’amore di Cristo. Gli sforzi di don Alessandro vanno lodati come quelli di un buon padre nella fede che cerca a trasmettere ai ragazzi un volta della chiesa come madre premurosa e preoccupata per la salute dei propri figli. Ancora Martina dice: “Questi ragazzi sono una grandissima risorsa e stare con loro ha arricchito soprattutto noi perché ci hanno donato e consegnato dei lati di loro meravigliosi.” Sono convinto che la parrocchia di Marrubiu se riesce a portare fuori il megli di questi ragazzi dando loro fiducia, ascolto, e un buon incoraggiamento nella fede possa essere molto arricchita da loro.

I ragazzi di questo Paese sono così maturi e di buon cuore. Sono pochi i paesi in cui i giovani sono così trasparenti tra di loro ma anche con Dio come i ragazzi di Marrubiu. Non nascondo che questo loro coraggio di essere loro stessi è un grande dono per me, per la comunità e per tutta la Chiesa. Gesù è venuto a salvare persone, non le maschere dietro a cui le persone si nascondono.  L’autenticità è la condizione di un’amicizia vera sia tra di noi che con Dio. Per questo, penso che il senso e il successo di questo fine settimana con i ragazzi della parrocchia è l’aver visto la loro autenticità, il loro puro desiderio di incontrare quel Dio che rivela a noi il mistero della nostra identità. Siamo figli amati da Dio Padre. Siamo amici salvati da Gesù, il Figlio. Siamo ragazzi sorretti  dall’amore di Dio che è stato riversato nei nostri cuori attraverso lo Spirito Santo.

Luca, Martina, Federico e Roberto