Lectio Divina: una proposta per crescere nella fede

Non ci ardeva forse
il cuore nel petto
mentre conversava con noi
lungo la strada?
Lc 24

“Lectio Divina” per il Tempo Pasquale per tutta la Comunità

            Dopo la celebrazione della resurrezione del Signore, nella notte di Pasqua, la gioia del Mistero celebrato si prolunga per 50 giorni, la “cinquantina pasquale” che culminerà nella grande solennità di Pentecoste, in cui faremo memoria del dono dello Spirito santo domenica 28 maggio.

In tal modo, la festa di Pasqua preparata dai quaranta giorni della quaresima, ci dispone ad accogliere il dono della salvezza, con un cammino di discernimento e di conversione: un tempo per interrogare il nostro cuore e per sgomberarlo dai pesi inutili, in modo da renderlo più libero.

In questi cinquanta giorni pasquali, l’itinerario propostoci dal lezionario è duplice: da una parte (e sono le prime domeniche) le letture ci invitano ad approfondire il senso di quella resurrezione, esplorandone gli effetti attraverso i racconti delle manifestazioni del Risorto ai discepoli; dall’altra parte (e sono le ultime domeniche), proponendoci un percorso di preparazione ad accogliere il dono dello Spirito. Dunque: approfondimento del mistero della resurrezione e preparazione a riceverne il compimento, nel dono dello Spirito santo, a Pentecoste.

In questa prima parte del tempo pasquale, allora, il percorso che la liturgia ci suggerisce vorrebbe essere quello di approfondire ciò che abbiamo celebrato la notte di Pasqua. Abbiamo cantato che Cristo è risorto, abbiamo accolto la luce nuova, simbolo della nuova vita, sgorgata dal sepolcro… Ma perché questo non si riduca a parole ed emozioni; affinché entri e trasformi un po’ della nostra vita, è necessario proseguire il cammino, riascoltare quello che è stato il cammino di comprensione dei discepoli. Quei discepoli che, dispersi dalla passione, si sono pian piano ritrovati e ricostituiti in comunità, attratti e compaginati dal Risorto.

Il tempo pasquale pertanto si presenta come un “tempo forte” in cui la tensione pastorale e spirituale delle Comunità dovrebbe rimanere sempre alto.

I testi della Sacra Scrittura, come vedremo, delineano un cammino di rinascita comunitaria a partire proprio dalla Risurrezione di Gesù.

 Dobbiamo cogliere un primo tratto fondamentale in tutta la vicenda post-pasquale della chiesa: ciò che ha risvegliato in quegli uomini e in quelle donne qualcosa che li ha rimessi in marcia non è tanto “il fatto della resurrezione”, anche perché a quel “fatto”, nessuno ha assistito.

La resurrezione di Gesù è avvenuta nel nascondimento più totale, nell’intimità – potremmo dire – del Padre con il Figlio. Si è trattato di un momento di estrema intimità; atmosfera che l’antica liturgia romana sapeva ben evocare, con la scelta dell’antifona d’introito del mattino di Pasqua, che canta un versetto del Sal 139 (v. 18), secondo una lezione attestata dalla LXX e dalla Vulgata: “Sono risorto e sono ancora con te”. Dopo la notte pasquale, con tutta la sua intensità di gesti e di parole, nel mattino di Pasqua tutto sembra placarsi e ridursi a semplice sussurro, con queste semplici parole che il Figlio dice al Padre, quasi stupito: “Sono risorto e sono ancora con te”.

I discepoli dunque non ripartono dal fatto… Di quello vedranno solo la tomba vuota; un’assenza che, di per sé stessa, non provocherà in loro grandi effetti. Tutto potrà ricominciare perché il Signore risorto si manifesta; ed è quello che i vangeli ci raccontano negli ultimi capitoli.

Manifestazioni diverse l’una dall’altra, e difficili da narrare… Si nota infatti in questi capitoli finali tutta la fatica di rendere conto di tale processo. Cosa hanno visto i discepoli? E soprattutto: Come?

Cosa dobbiamo dunque intendere per “manifestazioni del Risorto”? Si tratta di un evento che ogni racconto tenta di narrare con parole sue. E soprattutto un evento la cui veridicità si misura dagli effetti, dalle tracce che essa lascia in coloro che l’hanno vissuto.

Anche noi diventiamo credenti perché il Risorto si manifesta. Ma non si tratta di una manifestazione eclatante e portentosa. Come per i discepoli, anche per noi, sono gli effetti, la nostra vita, mostrare l’avvenuto incontro con il Risorto. Ed è su questi effetti, su queste tracce lasciate nella nostra vita concreta, che noi potremo conoscere che il Signore ci ha visitati con la potenza della sua resurrezione, e che questa non è un mito o una vaga illusione, ma una realtà.

Per questo, al fine di approfondire il senso della Pasqua per noi credenti oggi, riprendiamo, per tutto questo Tempo Pasquale la “lectio divina” a cadenza settimanale.

Si tratta, come abbiamo ribadito più volte, non di una serie di catechesi, quanto piuttosto di un confronto pregato con la Sacra Scrittura, in particolare con i testi domenicali. La lectio divina costituisce il metodo di preghiera che affina ed educa la capacità di ascolto di Dio che parla!

Il calendario delle lectio settimanali, salvo imprevisti, è il seguente:

  • Giovedì          13 aprile  ore 19.00
  • Giovedì          20 aprile  ore 19.00
  • Giovedì          27 aprile ore 19.00
  • Giovedì          04  maggio ore 19.00
  • Giovedì          11 maggio ore 19.00
  • Giovedì          18 maggio ore 19.00
  • Giovedì          25 maggio ore 19.00

L’avvio di questo Anno Pastorale 2022/2023, avrà come icona biblica di riferimento la pagina del Vangelo di Matteo 22,1-14: Venite alle nozze!

Vorremmo ispirarci sempre più al Vangelo, per non correre il rischio di costruire una nostra visione di Chiesa e non quella di Gesù. Presupposto indispensabile è pertanto il riferimento costante alla Sacra Scrittura, la Parola viva di Gesù che, come una luce, illumina questo nostro tempo.

A ben guardare, la pagina evangelica di Matteo appare complessa e suscita non poche perplessità: si parla di un invito, il cui rifiuto ha conseguenze sproporzionate: servi uccisi e distruzione di città.

Ci poniamo pertanto la domanda: cosa vuol dire a noi Comunità parrocchiale questa pagina evangelica? Quali messaggi vuole offrirci per pensare un percorso in Parrocchia che sia inclusivo e insieme riflesso chiaro della presenza di Gesù in mezzo a noi? Quali decisioni assumere in questo tempo di incertezze e fragilità diffuse? Quali itinerari scegliere che possano toccare e trasformare la vita di chi, anche occasionalmente, fa riferimento alla Parrocchia? Quali cambiamenti strutturali stimola questo Vangelo?

Per questo, dopo aver introdotto la lettura personale e comunitaria di questa pagina evangelica, saremo invitati fino all’inizio dell’Avvento, ad un ascolto più attento che ci consenta non solo di capire cosa fare, ma anche di situarci nella giusta prospettiva di Dio che ci parla.

Si, noi non crediamo in un Dio muto, silenzioso e lontano, ma in un Dio che ogni giorno indirizza a noi la sua Parola e ci offre chiari messaggi della sua presenza nella nostra vita.

Ascoltare altre voci, è certamente uno stimolo. In questa seconda parte dell’anno pastorale, la lectio divina sarà guidata da:

  1. Giovedì 12 gennaio ore 18.30 don Alessandro
  2. Giovedì 19 gennaio ore 18.30__________________________ 
  3. Giovedì 26 gennaio      ore 18.30  don Enrico Perlato
  4. Giovedì 9 febbraio       ore 18.30 don Alessandro
  5. Giovedì 16 febbraio ore 18.30 don Marco Statzu
  6. Giovedì 23 febbraio ore 18.30 don Alessandro
  7. Giovedì 2 marzo      ore 18.30 Michele Corona
  8. Giovedì 9 marzo ore 18.30 don Maurizio Spanu
  9. Giovedì 16 marzo ore 18.30 Mauro e Annapaola
  10. Giovedì 23 marzo ore 18.30 don Alessandro
  11. Giovedì 30 marzo ore 19.00 don Alessandro
  12. Giovedì 20 aprile ore 19.00 don Alejandro Garcia
  13. Giovedì 27 aprile ore 19.00__________________________

E’ consigliato avere con sé il testo del Vangelo o della Bibbia. Il contesto dell’ascolto nella Lectio Divina è quello della preghiera: quindi ci disponiamo a vivere questo momento in chiesa, con cuore aperto e pronto ad accogliere la Parola.

Che cosa è la Lectio Divina?

Lectio divina significa “lettura divina” e descrive il modo di leggere la Sacra Scrittura a partire non dalla lettura ma dall’ascolto del cuore.

È un metodo che ci fa pregare, perché a pregare s’impara pregando e non parlando. È un metodo antichissimo che per secoli è andato perduto e poi è stato riscoperto nel Popolo di Dio, grazie soprattutto al Concilio.

Questo modo di pregare ci insegna ad allontanarci gradualmente dai propri schemi e aprirsi a ciò che Dio vuole dirci. Prima o poi sperimentiamo tutti che pregare stanca! Ci stanca perché ci sembra di rimanere inascoltati e spesso anche noi ci chiediamo: ma Dio esaudisce le nostre preghiere, si o no? Bonhoeffer risponde: «Dio esaudisce sempre, ma non le nostre richieste, bensì le sue promesse».

Evagrio il Pontico, un Padre della Chiesa dei primi secoli, diceva: «Non compiacerti del numero dei salmi che hai recitato: esso getta un velo sul tuo cuore. Vale di più una sola parola nell’intimità, che mille stando lontano».

Perché pregare è come voler bene. C’è sempre tempo per voler bene; se ami qualcuno, lo ami sempre, qualsiasi cosa tu stia facendo. «Il desiderio prega sempre, anche se la lingua tace. Se tu desideri sempre, tu preghi sempre» (S. Agostino). Quando uno ha Dio dentro, non occorre che stia sempre a pensarci. La donna incinta, anche se il pensiero non va in continuazione al bimbo che vive in lei, lo ama sempre, e diventa sempre più madre, ad ogni battito del cuore. Davanti a Dio non conta la quantità, ma la verità: mille anni sono come un giorno, gli spiccioli della vedova più delle offerte dei ricchi. Perché dentro c’è tutto il suo dolore, e la sua speranza.

Storia della ‘Lectio Divina’

Nel XII secolo un monaco Certosino chiamato Guigo, descrisse le tappe più importanti di questa “lettura divina”. La pratica individuale o in gruppo della lectio divina può assumere diverse forme, ma la descrizione di Guigo rimane ancora fondamentale.

Guigo scrisse che il primo gradino di questa forma di preghiera è la lectio (lettura). Questo è il momento nel quale leggiamo la Parola di Dio lentamente e attentamente, affinché essa penetri dentro di noi. Per questa forma di preghiera può essere scelto qualsiasi brano della Sacra Scrittura, possibilmente breve.

Il secondo gradino è la meditatio (meditazione). Durante questa tappa si riflette e si rimugina il testo biblico, affinché attingiamo da esso quello ciò Dio vuole darci.

Il terzo gradino è la oratio (preghiera), ed è il momento dove occorre mettere da parte il nostro modo di pensare e permettere al nostro cuore di parlare con Dio. La preghiera è qui ispirata dalla nostra riflessione sulla Parola di Dio.

L’ultima tappa della lectio è la contemplatio (contemplazione), nella quale ci abbandoniamo totalmente a parole e pensieri santi. Questo è il momento nel quale noi semplicemente riposiamo nella Parola di Dio e ascoltiamo, nel livello più profondo del nostro essere, la voce di Dio che parla dentro di noi. Mentre ascoltiamo veniamo gradualmente trasformati dal di dentro. Evidentemente, questa trasformazione avrà un effetto profondo sul nostro comportamento e, attraverso la nostra vita, testimonieremo l’autenticità della nostra preghiera. Occorre infatti applicare alla nostra vita quotidiana ciò che leggiamo nella Parola di Dio.

Queste tappe della lectio divina non sono regole fisse da seguire, ma semplicemente orientamenti su come vivere questo metodo di preghiera.  Per questo occorrono una maggiore semplicità e disposizione ad ascoltare e a non parlare. Gradualmente le parole della Sacra Scrittura riescono a liberarsi e la Parola riesce a rivelarsi davanti agli occhi del nostro cuore. Il tempo dedicato ad ogni tappa dipende dalla modalità con cui la lectio divina è condotta, individualmente oppure in gruppo. Nel caso essa sia fatta in gruppo, è evidente che sarà necessaria una struttura minima. Vi può anche essere una discussione dell’impatto della Parola di Dio nella vita quotidiana di ciascuno, ma non deve ridursi a questo. La preghiera dovrebbe tendere invece più verso il silenzio. Nel caso il gruppo si senta più portato al silenzio, si può quindi dedicare più tempo alla contemplazione.

Per molti secoli la pratica della lectio divina, in quanto metodo di preghiera della Sacra Scrittura è stata fonte di crescita nella relazione con Cristo.

Al giorno d’oggi sono molti gli individui e i gruppi che la stanno riscoprendo. La Parola di Dio è viva e operante, ed è in grado di trasformare ciascuno di noi se ci apriamo a ricevere ciò che Dio vuole darci e dirci attraverso la Parola.

Anche noi vogliamo ritrovarci insieme, ogni settimana, per aprirci ad un ascolto attivo che alimenta in noi il desiderio di Dio e la fiducia nelle sue promesse di vita.

don Alessandro