Il tempo successivo all’Epifania rientra nel cosiddetto Tempo Ordinario, ovvero tutti quei periodi dell’anno liturgico durante i quali non si celebrano feste di particolare rilevanza. Nel Rito romano della chiesa cattolica dura trentatré settimane, divise in due distinti periodi di Tempo Ordinario:
dal lunedì dopo la domenica del Battesimo di Gesù, ovvero la domenica dopo l’Epifania, all’inizio della Quaresima (Mercoledì delle ceneri);
dopo Pentecoste e fino al successivo tempo di Avvento.
Il Tempo Ordinario (in latino: per annum) si inserisce tra i due grandi appuntamenti dell’Anno Liturgico: Natale e Pasqua, con i rispettivi tempi di preparazione, l’Avvento e la Quaresima, e prosegue dopo il tempo di Pasqua fino all’Avvento.
L’espressione latina che lo designa (tempus per annum) come lo chiamano i libri liturgici latini, struttura il tempo delle domeniche nelle quali si celebrano i grandi “mirabilia Dei”: la creazione e la redenzione. Ogni domenica riviviamo il mistero della morte e della risurrezione del Signore e pertanto altre celebrazioni, a meno che non siano veramente solennità, non devono prevalere sul giorno della Domenica (cf SC. 106).
La Domenica è il Santo Giorno della Ri-Creazione: siamo ricreati come creature nuove ogni volta che partecipiamo alla Divina Liturgia; per questo tutto l’anno liturgico si propone come scuola, dove ogni credente in Cristo impara ad assumere i suoi stessi sentimenti. Il tempo ordinario è l’esercizio alla ferialità; esso non è così ordinario come si potrebbe credere, è piuttosto tempo di fedeltà, in cui il cristiano costruisce e affina la sua relazione con Dio nella comunità radunata.
Iniziamo dunque un breve itinerario sull’Anno Liturgico a partire dal Tempo Ordinario. Con la festa del Battesimo di Gesù, che si celebra la domenica dopo la solennità dell’Epifania, si conclude il tempo liturgico del Natale. E «il Tempo Ordinario comincia il lunedì che segue la domenica dopo il 6 gennaio e si protrae fino al martedì prima della Quaresima; riprende poi con il lunedì dopo la Pentecoste per terminare prima dei Vespri della prima domenica d’Avvento» (Norme generali per l’ordinamento dell’anno liturgico e del calendario, n. 44).
L’Anno liturgico è la celebrazione e l’attualizzazione del mistero di Cristo nel tempo, cioè il ricordo vivo e attualizzante delle fasi più importanti del piano di salvezza di Dio per l’uomo. È un cammino costante di fede che fa entrare nel mistero della salvezza attraverso le diverse feste e celebrazioni. Noi cristiani veniamo invitati a percorrere la via tracciata da Gesù per realizzare in noi il progetto d’amore che desidera condurre alla salvezza tutti gli uomini, di qualunque Nazione, fede o popolo a cui appartengano, per giungere così alla piena conoscenza della verità (cf 1Tm 2,4).
La liturgia del tempo per annum, che è sempre liturgia pasquale, ritma il cammino della Chiesa, che vive di albe e tramonti, come fa cantare anche la Liturgia delle Lodi e dei Vespri: alba e tramonto si susseguono nell’alternarsi delle vicende, diventano buio e luce, com’è tipico di ogni pellegrinaggio: “Ogni giorno del nostro pellegrinaggio sulla terra è un dono sempre nuovo del tuo amore per noi (cf At 17,28) e un pegno della vita immortale, poiché possediamo fin da ora le primizie del tuo Spirito, nel quale hai risusciato Gesù Cristo dai morti, e viviamo nell’attesa che si compia la beata speranza nella pasqua eterna del tuo regno” (Prefazio VI delle domeniche del tempo ordinario).
Il Messale italiano aggiunge Prefazi e Orazioni nuove per le ferie del tempo ordinario. Alla lunga tradizione ecclesiale ha aggiunto una sua peculiarità: una dimensione antropologica più marcata. Così la quotidianità della vita e del lavoro dell’uomo divengono risposta al disegno creatore di Dio: “Tu sei l’unico Dio vivo e vero: l’universo è pieno della tua presenza, ma soprattutto nell’uomo, creato a tua immagine, hai impresso il segno della tua gloria. Tu lo chiami a cooperare con il lavoro quotidiano al progetto della creazione…” (cf Prefazio comune IX).
Il Tempo Ordinario ci sollecita dunque a guardare al quotidiano dei giorni che scorrono; aiuta ad entrare nei percorsi di ogni esperienza personale e familiare, sociale ed ecclesiale. Con l’Incarnazione del Verbo tutto è avvolto dalla Grazia, che trasforma e invita a porre ogni nostra azione, ogni scelta e situazione, fatica, gioia, dolore, speranza nell’abbraccio di Colui che si è fatto Uomo per noi!
Il tempo per annum educa le nostre assemblee ad ascoltare Dio che parla, si comunica a noi nella Santa Eucaristia e si fa percepire in moltissimi altri modi, così come ciascuno di noi può intendere nel profondo; è l’oggi della Chiesa, stimola la carità ecclesiale ad avere rispetto per il tempo, a non “perderlo”, a non svuotarlo in cose inutili ma a viverlo pienamente, perché è l’hodie che prepara il futuro.
Questo tempo dura 34 settimane in totale: è infatti il tempo della storia e della nostra vita presente, un tempo dato a noi stessi per orientarci consapevolmente al Regno di Cristo. Ribadiamo che esso è costituto da due periodi: il primo inizia dopo Natale e finisce in Quaresima; il secondo, molto più lungo, si estende dal lunedì successivo a Pentecoste alla prima domenica di Avvento. Ogni domenica è per la Chiesa una festa di Pasqua e celebra la risurrezione del Signore. Infatti, la domenica inizia sabato sera con i primi vespri.
Il Tempo Ordinario sviluppa il Mistero Pasquale in modo progressivo e profondo, anche in modo più naturale rispetto agli altri tempi liturgici, il cui contenuto è talvolta centralizzato da temi specifici. Esso amplia e fa comprendere il mistero della salvezza, seguendo l’esistenza terrena di Gesù attraverso il racconto dei Vangeli. La lettura semicontinua dei Vangeli sinottici permette una profonda educazione alla fede, fondata sulla teologia della vicenda storica di Gesù come viene presentata dal racconto dei singoli evangelisti: Matteo per l’anno A, Marco per l’anno B, Luca per l’anno C.
Tempo basato sul già del Regno di Dio, il tempo ordinario si apre sul non ancora in cui nella celebrazione facciamo esperienza dello sguardo amoroso del Padre, di cui siamo a immagine, come prega la Preghiera Eucaristica IV: “Padre santo… prima del tempo e in eterno tu sei… Tu solo sei buono e fonte della vita e hai dato origine all’universo… Schiere innumerevoli di angeli stanno davanti a te per servirti… Insieme con loro anche noi, fatti voce di ogni creatura, esultanti cantiamo: Santo…
A tua immagine hai formato l’uomo… il tuo unico Figlio… fatto uomo… si consegnò volontariamente alla morte e, risorgendo, distrusse la morte e rinnovò la vita…
Concedi a noi, tuoi figli, di ottenere… l’eredità eterna del tuo regno, dove con tutte le creature, liberate dal peccato e dalla morte, canteremo la tua gloria, in Cristo nostro Signore…”.
Il colore liturgico del Tempo Ordinario è il verde, sia per il Rito romano sia per quello Ambrosiano.
Durante il Tempo Ordinario la Chiesa e i fedeli si concentrano sulla la lettura e la comprensione dei vangeli. Il ciclo di lettura è identificato dalle letture A – B – C :
- Anno A: la maggior parte dei testi evangelici dal vangelo di Matteo.
- Anno B: la maggior parte dei testi evangelici dal vangelo di Marco.
- Anno C: la maggior parte dei testi evangelici dal vangelo di Luca.