Anno Pastorale 2021/2022
In allegato, la lettera con le proposte di avvio dell’anno pastorale inerente la catechesi parrocchiale.
Prima dell’avvio dell’anno catechistico, la costituzione dei gruppi e l’elaborazione dei diversi itinerari, non possiamo non gettare le basi per una proposta che trova nell’esperienza di gruppo, il fondamento più solido. La catechesi in parrocchia non ha bisogno di singole “prestazioni” o “competenze” isolate che prescindono da un cammino condiviso: quello della fede nella nostra esperienza concreta in Parrocchia. Si valorizzerà certamente l’aiuto e la disponibilità di tutti! Occorre però avere figure di riferimento che possano garantire una riflessione condivisa e una progettazione adeguata al tempo che stiamo vivendo. Nell’attuazione degli itinerari entreranno in scena le diverse ministerialità della parrocchia, compresa quella dei genitori .L’articolo che segue, a firma di sr. Giancarla Barbon, vuole aiutarci a comprendere il senso di un gruppo catechistico parrocchiale per un efficace annuncio del Vangelo.
Nel cammino di crescita della comunità il gruppo è considerato oggi, da tutti, un mezzo necessario nel processo d’interiorizzazione della fede, e dunque un luogo privilegiato di catechesi, perciò diventa:
- «segno» della profezia data come compito alla comunità;
- «invito-provocazione» per scoprire una vocazione personale al ministero catechistico;
- «volto pluralistico» della figura del catechista;
- «strumento prezioso di servizio» e comunità educante nella comunità.
Ma tutto questo non è automatico, richiede una certa prospettiva ecclesiale, un impegno di accompagnamento e un’adeguata collocazione pastorale.
In tal senso il formatore si accorge che il gruppo dei catechisti è un gruppo eterogeneo come spesso capita a dei gruppi di formazione, ma in questo caso in modo più evidente.
L’eterogeneità è data dalla diversa situazione iniziale di ogni membro, ma anche dalla diversità di età, di formazione e addirittura di vocazione.
Ciò che rende questo gruppo, veramente gruppo, non è perciò l’età, la cultura, la formazione e neppure l’adesione al vangelo, ma la passione per l’annuncio e la capacità educativa. Il formatore comprende, allora, che è un gruppo educativo e di annuncio e mette in atto attenzioni formative perché questa base e passione diventi forza.
La dimensione educativa dell’attesa, della pazienza e della gradualità sarà contenuto del percorso formativo di questi adulti e giovani/adulti che offrono il loro servizio al vangelo. La coerenza e il coinvolgimento personale, la passione e l’auto implicazione tipiche dell’educatore e dell’educatore cristiano sono dinamiche e attenzioni da considerare, valutare e far emergere in questo tipo di gruppo.
L’espressione «gruppo» rinvia alle coordinate spazio-temporali e il qualificativo «catechistico» chiede di definire la sua specificità per identificarlo come entità distinta da altre realtà ecclesiali.
- Il gruppo deve identificarsi in uno spazio.
È importante avere uno spazio dove ci si ritrova, e che possa essere indicato ad altri. Ecco perché il gruppo Catechistico deve essere dotato di un proprio ambiente!
- Il gruppo dei catechisti matura nella durata.
Nella diversità degli impegni è necessario darsi dei ritmi comuni per promuovere una continuità e una possibilità di appartenenza..- incontri sistematici
- sottolineare la priorità che gli incontri tra catechisti hanno sugli stessi incontri catechistici,
- progettare insieme i singoli incontri per favorire un’esperienza di vita di fede
- Il gruppo dei catechisti offre qualcosa da vivere.
Non si tratta di un magazzino di conoscenze, organizzato per una distribuzione sistematica. Non ci si trova solo per ricevere insegnamenti ma la vita relazionale e i ruoli diversificati sono costitutivi del gruppo catechistico.
Questo vuol dire:- studiare quale itinerario di vita cristiana è presente nei testi adottati;
- cercare collegamenti e accordi con le altre realtà pastorali, valorizzando il carisma ricevuto dallo Spirito per il bene di tutti;
- coordinare le diverse realtà catechistiche e le diverse forme di catechesi rimanendo idealmente aperti a tutti i membri della comunità ecclesiale.
- Il gruppo catechistico è un ostello di Emmaus.
Il gruppo è molto più che la somma degli individui perché ogni membro può divenire per gli altri una risorsa importante. Questo vuol dire:- trasmettere valori prima che competenze: ascolto, resistenza all’ansia, capacità di sopportare gli errori propri e altrui, atteggiamento democratico, attenzione alla comunità, alla corresponsabilità,
- promuovere momenti formativi autorealizzanti, offrendo a ogni catechista l’opportunità di non dover aspettare solo dagli altri, ma di tirar fuori il meglio da sè .
- Il gruppo catechistico non è al servizio di un’istallazione ma si propone come inizio di un cammino.
È il luogo dove si celebra la fede. Perché rimane assodato che l’esperienza di un gruppo «caldo», fraterno, in cui i conflitti sono un po’ cancellati, in cui l’eco dei grandi problemi non giunge che attutito, per quanto positiva possa essere non basta a costituire una reale esperienza di chiesa. Questo vuol dire:- programmare incontri di gruppo attorno a obiettivi e nuclei formativi comuni e complementari;
- distribuire responsabilità e coordinare attività
- farsi compagni in un itinerario di educazione alla ministerialità all’interno della comunità,
- lasciarsi interrogare con la comunità dagli avvenimenti, celebrando il giorno del Signore e percorrendo con gli altri momenti di maturazione di fede;
- accompagnare i nuovi catechisti e i più giovani in un cammino di formazione di base, crescendo nella capacità di simpatia, di condivisione e partecipazione.
- Il gruppo rimane il luogo dove si matura una vera appartenenza ecclesiale.
Nel gruppo il catechista può dire tutto, senza essere giudicato e può interrogarsi su tutto. Ogni volta infatti che lo spazio e il tempo della presa di parola personale non sono rispettati, la fede corre un pericolo mortale.
Questo vuol dire:- – avere come centro la Parola;
- – vivere i momenti significativi della comunità;
- – rendere il gruppo «segno e strumento di chiesa»;
- – superare la tentazione della ricerca di gratificazione o approvazione.
Le indicazioni offerte ci fanno dire che il gruppo permette di lavorare in alleanza. Alleanza, dice relazione senza dominazione, una relazione che permette la libertà di espressione nel rispetto reciproco delle persone e delle loro funzioni . Allora diventa davvero esperienza di chiesa perché il gruppo evangelizza con tutta la sua vita:
- Con la testimonianza dell’unità “siate uniti e concordi nell’amore, mediante il superamento dell’individualismo e del privatismo, l’educazione allo stare insieme, al dialogo.
- Con l’impegno della carità vissuta secondo lo stile di Gesù, è necessario per questo promuovere la pastorale della compagnia dell’uomo del nostro tempo imparando ad essere solidali, a perdonare ad opporsi alla logica del profitto e del potere. – Con la predicazione viva della Parola per far “riecheggiare” l’annuncio dell’angelo in ogni uomo, educarci ad essere profeti, portatori di speranza.
- Con la celebrazione liturgica che rende attuale la salvezza operata da Cristo imparando ad “offrire i nostri corpi come sacrificio vivente” è necessario promuovere una pastorale del dono di sé, per imparare a decentrarsi per mettersi sempre dalla parte dell’altro.
Vive le 4 note caratteristiche della chiesa:
- Una: unica e unita.. Una perché unica nella sua partecipazione alla dimensione trinitaria.
- Santa: perché appartiene a Dio.
- Cattolica: universalità geografica e pluralità che converge verso l’origine.
- Apostolica: in ascolto della testimonianza di coloro che hanno ricevuto l’annuncio di Gesù: gli apostoli.
PER APPROFONDIRE:
* Condivido queste affermazioni?
* Che cosa sento urgente per la mia formazione e il mio personale cambiamento?
* Quale conversione è chiesta al nostro gruppo dei catechisti e alla nostra comunità?
Suor Giancarla Barbon