Dopo anni e anni di discussioni l’Arcidiocesi fa effettuare le misurazioni. Parla don Ignazio Serra
Nell’Arcidiocesi di Oristano, l’Ufficio Pastorale del Turismo, Tempo Libero e Sport ha avviato una misurazione accurata dei campanili della Cattedrale di Oristano e delle chiese di Busachi, Ortueri e San Vero Milis. L’obiettivo era determinare – dopo anni di discussioni – l’altezza esatta di questi simboli architettonici, spesso oggetto di stime imprecise. A promuovere la raccolta dei dati, affidando l’incarico a un tecnico, è stato l’incaricato diocesano per la Pastorale del Turismo e parroco di San Vero Milis don Ignazio Serra, che dal prossimo ottobre sarà parroco della parrocchia di Santa Teresa di Gesù a Gesturi e della parrocchia dell’Immacolata Concezione a Barumini.
Don Ignazio, come nasce questa indagine?
Nasce dal desiderio di ciascuno di noi sapere quanto è alto il monte più alto della Sardegna (Punta Lamarmora, 1834 m.) o qual è il fiume più lungo della nostra Regione (Tirso, 152 km). La stessa domanda l’ho sentita porre riguardo ai nostri campanili arborensi e la risposta era molteplice con una cifra ballerina che variava talvolta di diversi metri o, per salvarsi in corner, si ricorreva alla mitica frase “circa 40 metri”. Ora, invece, sappiamo quanto sono alti con certezza scientifica, direi.
Sta affermando che ci possiamo fidare dei dati raccolti? Ci mette la faccia?
Sì, dire proprio di sì. Il margine di errore è minimo. Appena un paio di centimetri. E tutti è quattro si differenziano ben oltre i due o tre centimetri. La nostra ricerca, inoltre, è stata imparziale, nonostante io sia parroco per qualche mese ancora in San Vero Milis e lo sono stato per cinque anni in Ortueri. Con il perito ci siamo attenuti ai dati. Non si trattava di far vincere il migliore o il più bello ma quello più alto. Ci siamo detti: vinca o meglio vince il più alto. E poi, vede, non dovevamo dirlo noi ma la tecnologia di cui siamo serviti.
Prima di entrare nel merito della tecnologia, ci risulta che avete prodotto due misurazioni.
Corretto. La prima riguarda il solo manufatto; la seconda, il manufatto più la croce. Metaforicamente potremo dire: il solo Re e il Re, corona compresa.
Prima di offrici le cifre, ci parli della tecnologia.
Per questo ricorro alle parole del Perito, Luca Urrai di Ollastra. Si è fatto ricorso alla “fotogrammetria digitale”, che consiste nella realizzazione di un modello grafico tridimensionale partendo dall’elaborazione di una serie di foto. Pertanto, maggiore è il numero di foto e maggiore sarà la qualità e la precisione del modello. Inoltre, per poter poi effettuare delle misurazioni è necessario che il modello sia scalato. Si procede, quindi, al rilievo di punti di orientamento riconoscibili a terra (almeno tre) e poi vengono inserite e coordinate di questi punti nel software, ottenendo così un modello perfettamente scalato. Il drone, infine, abbina alle foto anche le coordinate del punto di scatto e per questo motivo si ottiene già al primo passaggio un modello relativamente preciso, anche senza inserire le coordinate dei punti noti, però per avere un risultato con una precisione ancora maggiore è necessario rilevare i punti di orientamento.
Ci dica, però, se oltre ai dati, vi sono anche altre motivazioni che l’hanno spinta a questo.
Sì, certo. Accendere i nostri riflettori su un luogo identitario delle nostre comunità parrocchiali, dei nostri piccoli paesi. Il campanile in quasi tutti i nostri borghi è l’elemento che si scorge da più lontano. È la prima cosa che individui quando si rientra nei nostri paesi. Penso agli emigrati di un tempo, di rientro dopo anni. Vedevano il loro campanili da chilometri di distanza. Si commuovevano, sentendosi già a casa. Ebbene, questi spazi, fino a 40-50 anni fa erano aperti, almeno al campanaro, e ci si saliva tutti i giorni per suonare più volte al giorno le campane. Oggi sono chiusi al 99%. Norbello è l’eccezione che conferma la regola. Occorre renderli fruibili, metterli in sicurezza, tenerli puliti. Renderli spazi visitabili. Chi non desidera vedere dall’alto il proprio paese e il panorama all’intorno. Chi non vuole ammirare le campane, apprenderne l’arte, comprendere i vari significati dei differenti rintocchi? Tutti, credo locali e turisti.
Che si può fare a riguardo?
L’assessore al turismo regionale, Franco Cuccureddu, in sinergia con l’Ufficio de Beni culturali e la Pastorale del Turismo, le stesse parrocchie devono dialogare perché diverse volte all’anno, meglio, in maniera permanente i campanili più significativi possano essere resi visitabili. Vengano fatti dei corsi per apprendere l’arte dei rintocchi a mano. Lei non immagina lo stupore del turista quando si sente dire: “Se vuole, può salire”. Gioia pura.
Una domanda un po’ cattiva. Non crede che qualche parroco o comunità possa offendersi nel sapere di non avere il campanile più alto?
Non credo proprio. Anzi, ci stanno ringraziando. Finalmente sanno che posizione del podio occupano. Come dicevo prima: non vince il migliore ma il più alto. Lo hanno deciso secoli fa chi era il più alto. Noi, semplicemente, come Ufficio per la Pastorale del Turismo lo constatiamo e lo certifichiamo.
Allora, ci rivela i dati?
Certo, eccoli. Prima la Cattedrale sia per manufatto (41,23 metri, sia con la croce: 44,23); seconda, Busachi (40,62 e con la croce: 41,42); terza San Vero Milis (38,27 e con la croce 39,57); quarta Ortueri (37,43 e con la croce batte San Vero e arriva a 38,63). Diciamo che Busachi è il paese che ha il campanile più alto; la fama del campanile di San Vero (Mannu est su campanì, quando un bambino chiedeva un pezzo di torta più grande), non viene smentita; infine, va detto che il campanile di Ortueri, a causa di un fulmine, vide crollare svariati metri del basamento della cupola che nella fase di ricostruzione non vennero recuperati. Diversamente, avrebbe potuto insidiare e superare quello di Busachi. Ma la storia non si fa, neppure per le altezze delle torri campanarie, con i se.
Secondo lei con questa classifica saremo più o meno campanilisti?
D’ora in poi occorre accettare il dato oggettivo ed essere campanilisti a livello non parrocchiale bensì di diocesi. Abbiamo due campanili che superano i 40 metri e due che sfiorano i 40 metri.
Concludendo, a livello regionale, il campanile di Mores, resta il numero uno indiscusso?
Direi di sì. Sto comunque prendendo contatti col parroco e il sindaco, se farò loro piacere rileveremo l’altezza facendo ricorso alla stessa tecnologia. Pure per il loro campanile la misurazione è ballerina: chi dice 46, chi 47. Ci piacerebbe fornire una cifra precisa e misurare il solo manufatto e il manufatto con la statua del Redentore. Mission possible, se farà loro piacere.
Don Ignazio, altri progetti all’orizzonte?
Dopo i campanili, ritorniamo ai cammini. Luglio e agosto camminiamo lungo il Sinis da Tharros a Torre del Pozzo con ben nove cammini. Ogni lunedì, a partire da oggi, 1° luglio. Tutte le info sulla pagina Facebook Lodialletorri. E poi da ottobre si continua col Guilcier-Barigadu e 17 paesi ai piedi della Giara. Ma non mancheranno altre novità in vista del Giubileo che porta il titolo che fa per noi camminanti: Pellegrini di Speranza.
Lunedì, 1 luglio 2024
fonte: Link Oristano