La sintesi della verifica conclusiva dei percorsi di catechesi

Sabato 29 giugno, nella solennità dei santi Pietro e Paolo apostoli, il gruppo catechistico insieme a don Alessandro si è ritrovato in parrocchia per un momento di verifica e rilettura dell’anno pastorale appena concluso.

La verifica, preceduta dalla preghiera delle lodi mattutine, condivisa con un gruppo di fedeli, è stata guidata dall’ascolto e dalla riflessione della lettera di San Paolo ai Galati (Gal 1, 11- 24; 2, 1- 10), nella quale Paolo evidenzia che la rivelazione avuta direttamente dal Signore di annunciare il Vangelo,  ha agito in lui in modo inaspettato e straordinario ribaltando tutte le credenze e certezze sino allora perseguite e facendolo maturare e crescere nella fede e nell’amore per Gesù. Ancora oggi San Paolo ci invita ad affidarci totalmente al progetto d’amore di Dio Padre e a curare la nostra relazione con Gesù.

A guidare la verifica anche una scheda che proponeva alcune domande stimolo riguardanti vari aspetti del compito del catechista sia da un punto di vista comunitario ed ecclesiale sia in riferimento al personale cammino di fede.

Cosa significa “verificare” per un gruppo catechistico? Significa, prima ancora che valutare il grado di apprezzamento e risposta, da parte delle famiglie e dei ragazzi iscritti alla catechesi alle eventuali proposte fatte, valutare il cammino personale e comunitario del catechista, le difficoltà e i punti di forza riscontrati durante l’anno, tutto alla luce del Vangelo che essendo parola viva, parla, guida e sostiene la vita del credente in tutti i suoi aspetti ogni giorno.

Dalla verifica è emerso a più voci che quello che stiamo vivendo è un “tempo nuovo” di profondi cambiamenti sociali e globali che per forza di cose toccano anche la Chiesa, che pur basandosi su una Tradizione consolidata non può rimanere immune dalle trasformazioni in atto nella società. Davanti a qualsiasi cambiamento la prima sensazione è quella di sentirsi destabilizzati quasi impauriti, come se il terreno su cui si era abituati a camminare improvvisamente viene a mancare e si inizia ad esplorare un sentiero sconosciuto e incerto. Se prima fede e cultura camminavano insieme oggi non è più così e la Chiesa si trova spesso a camminare da sola senza il supporto del resto della società, della cultura e spesso della stessa comunità. Ma c’è un ma! Un cristiano che ha fede sa bene che fu la forza dello Spirito a guidare Gesù nel deserto, luogo non di certo accogliente e rassicurante, ma altrettanto ricco di scoperte e opportunità. E allora alla luce della fede la prima condizione è lasciarsi guidare con fiducia dall’azione dello Spirito che, in maniera spesso imprevedibile e bizzarra, conduce sempre al bene.

Proprio la Comunità è stato uno dei temi principali affrontati nella verifica,  perché se da sempre è il “luogo della testimonianza vissuta e condivisa”dove, i diversi carismi donatici dal Signore potevano rivelarsi ed esprimersi per il bene della collettività e favorire la nascita di significative relazioni tra giovani,adulti e anziani, oggi invece è il ”grande assente. Nello specifico la nostra è una piccola realtà costituita da diversi collaboratori e fedeli ormai avanti con gli anni, che risente della mancanza dei giovani che dimostrano una certa prudenza/ resistenza nel mettersi in gioco in prima persona nella collaborazione ai diversi servizi. Il numero ridotto di collaboratori impegnati attivamente in parrocchia fa ricadere la gestione dei vari servizi su pochi e questo, anche quest’anno, ha comportato un senso di stanchezza e fatica nel riuscire a conciliare i tempi dedicati al servizio in parrocchia, alla propria formazione personale e alla preghiera, con i vari impegni familiari e personali che la vita ci pone davanti ogni giorno. Molto spesso, purtroppo, la preoccupazione di organizzare e offrire un servizio efficiente ha preso il sopravvento sul più importante compito di trasmettere e testimoniare il senso del vivere un incontro con Gesù in funzione della vita, e ha talvolta compromesso uno scambio e una condivisione anche all’interno dello stesso gruppo catechistico.

Un altro punto saliente della verifica è stato l’accoglienza. Creare un ambiente familiare non solo per i bambini e ragazzi, ma anche per le stesse famiglie, dove ognuno può sentirsi accolto e “a casa” e dove possono nascere relazioni umane basate sul confronto aperto e fraterno, anche nelle divergenze di opinione,è da sempre una delle nostre maggiori priorità. Sempre più viviamo delle reali difficoltà, spesso anche a creare momenti di incontro soprattutto con gli adulti che a volte presi dai mille impegni quotidiani non riescono a trovare il tempo e lo spazio per l’incontro. Spesso il confronto con le stesse famiglie è occasionale e al di fuori del contesto ecclesiale ed è in quelle occasioni che spesso si riescono ad intercettare situazioni che animano in positivo o in negativo le persone/famiglie. La sfida è grande perché per riuscire a vivere oggi la comunità parrocchiale è ancora più necessario passare per gli adulti, in particolare per le famiglie senza le quali è improbabile poter portare avanti qualsiasi proposta rivolta ai piccoli. Soltanto quando gli adulti riescono a collaborare e a coinvolgersi nelle varie proposte, e alcuni segnali positivi anche quest’anno li abbiamo visti, anche i piccoli rispondono serenamente e con fiducia agli stimoli educativi che ricevono.

Un altro aspetto rilevante per la catechesi è la sua missionarietà che dovrebbe dar vita a forze centripete ( che da fuori portano dentro) o centrifughe ( che da dentro portano fuori), ma sempre e comunque rivolte a testimoniare l’annuncio del Vangelo indipendentemente dalle persone o dall’occasione in cui si agisce e sempre meno dovrebbe chiudersi alla sola sfera rituale, liturgica confinata dentro l’edificio Chiesa.

A supportare il nostro cammino c’è stato il momento della Lectio Divina del giovedì che quest’anno ha potuto godere di tanti momenti di Grazia del Signore. Diverse persone, laiche, consacrate, sposi, giovani ragazzi, hanno spezzato per noi la Parola del Signore. Un momento importante ritagliato tra i vari impegni della settimana per trovare riposo, ristoro, forza e consolazione nell’incontro con Gesù.Per questo ringraziamo il Signore che ha agito attraverso don Alessandro e tutte le persone che si sono rese disponibili affinché potessimo crescere nella relazione con Gesù e nella conoscenza della sua Parola. Una crescita che si è concretizzata nelle belle preghiere spontanee che casualmente e vicendevolmente le persone presenti venivano invitate a fare, frutto di una reale presenza dello Spirito Santo che agisce nel cuore di chi lo accoglie.

Ora è il momento del riposo! Affidiamo al Signore l’anno trascorso affinché ognuno di noi possa rileggere con gli occhi di Dio quanto vissuto e a Lui affidiamo anche il futuro affinché illuminie guidi i pensieri e le azioni di tutti noi verso il bene.

Il gruppo catechistico