La riflessione di fine anno del gruppo catechistico: la sintesi della verifica

Sabato 25 Giugno 2022 si è svolta in Parrocchia la verifica del gruppo catechistico sull’anno pastorale appena concluso guidata da don Alessandro.

Un anno catechistico questo, iniziato all’insegna dell’incertezza dovuta alla prolungata assenza di Don Alessandro a causa dei suoi problemi di salute e dell’attesa di un suo possibile repentino rientro in Parrocchia. Una situazione questa, che ha messo il gruppo catechistico davanti alla condizione di portare avanti, per tanti mesi, le attività di catechesi per i ragazzi in autonomia, contando sulle proprie limitate forze, visto il limitato numero di catechisti a fronte di un consistente numero di ragazzi iscritti. 

Non possiamo dire che sia stato un anno facile, tanti i problemi da affrontare, tante le sfide da cogliere, tante le fatiche, senza dimenticare la situazione pandemica che, in tanti momenti, ha determinato lunghe assenze non solo dei ragazzi, ma anche di collaboratori e catechisti, specialmente in periodi forti dell’anno quando sarebbe stata necessaria la forza di tutti per svolgere al meglio le attività programmate. Possiamo però dire che è stato anche un anno di grazia per la nostra Comunità parrocchiale per i numerosi sacramenti celebrati: la festa del perdono per due gruppi, le comunioni del gruppo Andrea, le Cresime e le Comunioni per il gruppo di ispirazione catecumenale Samuele e soprattutto i sacramenti di iniziazione cristiana di Arianna che ha fatto sperimentare in tutti noi la gioia e il mistero di un seme che germoglia inaspettato e dirompente nel cuore di chi sa riconoscerlo e accoglierlo.

Dopo queste doverose premesse, la prima cosa che ci sentiamo di esprimere è comunque il nostro grazie a Dio perché, quando la fatica e lo sconforto cercava di avere la meglio, è sempre arrivata un’idea, una illuminazione, una persona propizia a dare nuova energia e nuova vitalità per andare avanti e trovare nuova forza, segno che lo Spirito Santo è sempre al nostro fianco per sostenerci e incoraggiarci.            Anche quest’anno, così come in quelli passati, scopo della verifica non era quello di guardare solo la strada fatta e gli obbiettivi raggiunti o meno, ma principalmente di far emergere punti di forza e di fragilità riscontrati e riconosciuti nei vari momenti dell’anno, a partire dal nostro gruppo.

Ci accompagna la convinzione che saremo capaci di cogliere la realtà, così come essa si presenta, solo se avremo una maggiore consapevolezza di noi stessi, delle nostre proposte e della qualità delle nostre relazioni.

La verifica è stata preceduta da un intenso momento di preghiera incentrato sull’attento e prolungato ascolto del brano degli Atti degli Apostoli: 2,42-47, che ha ispirato in noi queste riflessioni:

  • La Preghiera, fondamentale nella vita di fede, vissuta individualmente condivisa all’interno del gruppo, per poi essere celebrata e vissuta in Comunità. Una preghiera che esclude la dimensione comunitaria o che non è vissuta nell’intimità del proprio cuore e nella propria verità, è certamente di impedimento per riconoscere la presenza dello Spirito Santo, instaurare una relazione con Dio ed entrare in contatto con la nostra umanità che, seppur connotata da fragilità e povertà, è sempre unica e meravigliosa in quanto opera dell’amore di Dio.
  • La centralità delle relazioni e il valore della Comunità: la Comunità è il soggetto primario nella catechesi. Essa è generata dallo Spirito come dono riconosciuto nei suoi membri. Essa è soggetto attivo nella catechesi: non esiste però Comunità se non si condivide la gioia e la fatica della relazione a diversi livelli: prima tra i componenti del gruppo e dopo tra i componenti dei vari gruppi: collaboratori, ragazzi, famiglie e Comunità parrocchiale nel suo insieme.            

La relazione è la base per la nascita e la crescita di una comunità che nel suo con-vivere trae infinite occasioni di sviluppo e di miglioramento.  La comunità quindi, nella sua totalità, attraverso il suo agire e pensare è responsabile di ciò che testimonia ai più giovani che, per la loro età, devono ancora costruire una loro identità e una scala di valori.

In questo compito di testimoni attivi nessuno deve sentirsi esentato, ma tutti siamo chiamati in causa, tutti dobbiamo dare il nostro contributo, ognuno come può, secondo il proprio carisma, il proprio talento e la propria disponibilità, mai come soggetto singolo e isolato, ma sempre come membra di uno stesso corpo che si muove e agisce verso il bene di tutti.

Confronto e diversità di opinioni, che tanto hanno caratterizzato il rapporto con le famiglie in questo anno catechistico, se vissuti con reciproca fiducia e all’insegna della crescita e del miglioramento, non sono ostacoli, ma diventano occasioni perché ognuno contribuisca a creare una Comunità più solidale, forte e coesa, più fraterna e aperta alla diversità e al volto dell’altro e più capace di accompagnare i ragazzi nella crescita sia sociale che spirituale.  Proprio per questo ogni proposta di iniziazione cristiana non deve essere fatta in prospettiva di far arrivare i ragazzi al traguardo del sacramento fine a sé stesso, ma deve toccare la vita e la quotidianità di ognuno e, attraverso l’annuncio di Gesù, deve poter coinvolgere e accompagnare il ragazzo nella crescita.

  • La Condivisione e il Servizio sono e devono essere sempre all’insegna del dono e della gratuità mai mossi da un calcolo individuale, ma frutto dell’amore fraterno che è espressione dell’amore di Dio. Lo stesso servizio ecclesiale non deve mai essere vissuto come esercizio si un ruolo privilegiando l’autoaffermazione, ma come condivisione di un dono e di un carisma per l’utilità comune. È però necessario avere costanza e perseveranza nel donarsi, nel camminare insieme, nel condividere gioie e fatiche, perché non prenda il sopravvento l’io a discapito del noi, la convenienza e l calcolo a discapito della gratuità del dono, il chiudersi nel proprio giardino anziché provare a seminare un po’ oltre accettando il rischio di non trovare un terreno fertile e accogliente.

Il coraggio e la fatica della perseveranza, lascia poi spazio alla gioia, quella gioia che è sempre frutto dello Spirito, una gioia che supera fragili emotività e che nasce come dono dal profondo della verità di noi stessi. La perseveranza come espressione di un volontarismo a tutti i costi, rischia di contraddire il senso profondo dell’impegno e sfociare nell’aberrazione di qualsiasi visione e proposta educativa.

La gioia, come ci ricorda Papa Francesco, accompagna sempre l’annuncio del vangelo e ne caratterizza la verità del messaggio.

Le nostre fragilità sono anche quelle che vediamo riflettersi nei bambini e nei ragazzi che accompagniamo e che necessitano di proposte specifiche di supporto alla crescita. I laboratori interattivi di supporto psicopedagogico, che saranno un punto di riferimento costante, nei nostri itinerari, vogliono integrare elementi di un’unica proposta che ha come obiettivo fondamentale quello di stimolare processi di crescita integrale.

Alla luce di queste considerazioni siamo consapevoli che tante saranno le gioie e altrettante le sfide che ci presenterà il prossimo anno catechistico, ma se tutti sapremo accoglierle con coraggio e fiducia, in un dialogo fraterno e aperto, affidandoci allo Spirito Santo affinché continui a guidare il nostro cuore e illuminare il nostro agire, ognuno di noi potrà sperimentare la gioia di sentirsi parte e di contribuire alla crescita della nostra Comunità.

Il gruppo catechistico