Conversione, sinonimo di gioia

Con il mercoledì delle Ceneri comincia una Quaresima di “ascesi” da vivere sempre nella prospettiva della Resurrezione pasquale.

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò in Galilea predicando il Vangelo e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino: convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1, 15). Cosa si intende nel cristianesimo per conversione? Dobbiamo sfatare subito due pregiudizi. Primo, la conversione non riguarda solo i non credenti o i peccatori incalliti. Secondo, la conversione, intesa in senso evangelico, non è sinonimo di rinuncia, di sforzo e di tristezza, ma di libertà e di gioia; non è uno stato regressivo, ma progressivo.

Con la venuta di Cristo, conversione significa fare un salto in avanti ed entrare nel Regno, afferrare la salvezza che è venuta agli uomini gratuitamente, per libera iniziativa di Dio.

Conversione e salvezza si sono scambiate di posto. Non c’è più, per prima cosa, la conversione da parte dell’uomo e quindi la salvezza, come ricompensa d parte di Dio; ma c’è prima la salvezza, come offerta generosa e gratuita di Dio, e poi la conversione come risposta dell’uomo.

In questo consiste il “lieto annuncio”, il carattere gioioso della conversione evangelica: Dio non aspetta che l’uomo faccia il primo passo, che cambi vita, che produca opere buone, quasi che la salvezza sia la ricompensa dovuta ai suoi sforzi. No, prima c’è la grazia, l’iniziativa di Dio.

In questo, il cristianesimo di distingue da ogni altra religione: non comincia predicando il dovere, ma il dono; non comincia con la legge, ma con la grazia.

“Convertitevi e credete”. La prima fondamentale conversione è la fede. Essa è la porta per cui si entra nel Regno. Con essa ci si “impossessa” del regno di Dio, prima ancora di averlo meritato, con un atto di libero arbitrio.

S. Bernardo, con grande audacia, usa addirittura il verbo usurpare: “Io, quello che mi manca lo usurpo dal costato di Cristo.

“Convertitevi!”, dunque, non è una minaccia, una cosa che rende tristi e costringe ad andare a testa china e perciò da ritardare il più possibile. Al contrario, è un’offerta incredibile, un invito alla libertà e alla gioia.

È la buona notizia di Gesù agli uomini di tutti i tempi.
Sta a noi accoglierla.

Cristiana Scandura